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Dopo la prima di Genova lo spettacolo "Dillo al mare" va in scena a Roma.

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È terminato ieri, domenica 13 gennaio al Teatro di Cicagna -Chiavari-, “Dillo al mare”: spettacolo video teatrale portato in scena dalla compagnia “Le Pantasome” di Roma. Nonostante la crisi che da qualche tempo ha investito il mondo del teatro, soprattutto la prosa, lo spettacolo si è avv...

Tommaso Titti scena della morte3 300x225È terminato ieri, domenica 13 gennaio al Teatro di Cicagna -Chiavari-, “Dillo al mare”: spettacolo video teatrale portato in scena dalla compagnia “Le Pantasome” di Roma. Nonostante la crisi che da qualche tempo ha investito il mondo del teatro, soprattutto la prosa, lo spettacolo si è avvalso dei giusti consensi affascinando lo spettatore con questo modo singolare di fare teatro -per tutto lo spettacolo, mentre gli attori recitano, sul fondo del palco uno schermo proietta i ricordi di ogni personaggio avvolgendo la platea in una totale chiarezza della vita passata di ognuno-. Le musiche, nello stesso tempo, accarezzano gli attimi creando una suggestiva atmosfera con un rilassante rumore di onde.

Margot Sesani, autrice del romanzo “Dillo al Mare”, è figlia d’arte di Riccardo Sesani, regista cinematografico e direttore dello spettacolo. << Se mia figlia ha voluto rendere omaggio alla mamma mancata qualche tempo fa, con il suo libro, io l’ho voluto fare con questo spettacolo >> così spiega il regista aggiungendo: << Dillo al mare avrebbe dovuto finire sul grande schermo poi, per i costi di produzione, ho preferito portarlo in scena a teatro >>. Mentre Sesani si occupava della parte cinematografica, Veronica Renda la “vice” regista -termine che mal si addice a una laureata alla CMT (cinema, musica e teatro) dell’università di Pisa, con un curriculum artistico teatrale di tutto rispetto-, curava gli aspetti della prosa. La giovane regista Livornese, che in quest’opera ha voluto dare un’impronta di tragedia Greca, mi spiega: << La solitudine dei due protagonisti, Delfo e Salina, è ciò che gli rende uniti >>. Un plauso per come ha saputo mettere in scena una tragedia senza renderla patetica e per aver lasciato sottopelle, termine usato dalla regista, una storia coinvolgente ed emozionante.

Gli attori invece, tutti professionisti, non hanno esitato a mostrare la storia nella sua drammaticità con patos e ottima tempistica: dal momento che le vicende raccontate dagli stessi devono fondersi all’unisono con lo schermo alle loro spalle, rendendo maggiormente difficoltoso il loro lavoro. La belva da palcoscenico Tommaso ArnaldiDelfo-, unico attore tra i quattro personaggi, ha espresso il suo talento teatrale e cinematografico con grinta e passione, esaltando le sue doti oratorie. Conoscendo i suoi lavori nelle fiction de “I liceali” e nei “Cesaroni”, gli chiedo quale consiglio si sente di dare ai giovani attori, rispondendomi: << Non credete a chi vi dice che è impossibile! >>.

Salina invece è stata interpretata dalla talentuosa Alessandra Donati. Tempo, anima e passione hanno scandito il suo ruolo. Una delicata interpretazione in un personaggio difficile da non esasperare. Alla mia domanda “Cos’è dillo al mare”, risponde: << Il mare di questa storia è abbandonarsi all’infinito >> poi scherzosamente aggiunge: << Benché sia nata a Livorno, e ami il mare, non so nuotare >>. L’altro personaggio al femminile: “La pazza del piano di sopra”, come in alcune occasioni viene chiamata durante lo spettacolo da Delfo, è Emma: una donna sola e malinconica, interpretata con maestria dall’attrice Titti Benvenuto: attualmente una tra le maggiori attrici di prosa del nostro paese. E’ bastato lo sguardo rattristito dell’attrice, commovente a tratti, per dare l’immagine di chi fosse Emma e della scelta di questa di abbandonare i due figli. << Emma è una donna vigliacca, priva di polso >> spiega la Benvenuto alla mia domanda, poi aggiunge: << Ha conservato un segreto immenso per tutta la sua vita nascondendo una verità umana, quello dell’abbandono >>.

Il personaggio di Emma, vedova di un brigatista, riporta lo spettatore per brevi attimi ai ricordi di un’Italia, quella del ’68, utopica di speranze sociali e di turbolenti disordini di massa (belle le scene originali dell’epoca in bianco e nero). Nel romanzo c’è anche suor Adriana, portata sul palco da Paola Canepa, attrice Italo-Argentina. Benché Il suo personaggio appaia solo alla fine, vestendo i panni di una suora reticente nel fornire alcune preziose informazioni a Salina -essendone stata la responsabile dell’adozione-, ha saputo con poche parole toccare l’anima agli spettatori caratterizzando ad hoc un momento perno dello spettacolo. Bello anche il gioco di luci nel finale, quando Emma in preda agli incubi…. I prossimi spettacoli dalla compagnia “Le Pantasome” -con Dillo al mare-, si terranno a Roma e provincia.