“Dimmi tre desideri” gli disse mentre l’Hudson sembrava muoversi a ritmo, in un moto di pioggia.
Sphere rimase zitto, le mani sulla tastiera.
- Che la mia musica abbia successo
- Che la mia famiglia sia felice
- Che possa avere un’amica geniale come te
Nica gli prese le mani e se le portò al viso: “Ma tu hai già tutto questo!” Allora Sphere le sorrise.
“E’ vero. Ho tutto, ed è tutto ciò che volevo. Posso solo suonare, ora. Lasciami le mani.”
Pannonica De Koenigswarter – la ‘Baronessa del Jazz’ – incontra per la prima volta Thelonious Sphere Monk a Parigi, alla Salle Pleyel. Gliene aveva parlato il suo amico Teddy Wilson, che per vivere faceva il pianista e che dunque si intendeva parecchio di quel gran bel viaggio scomposto e necessario che è il jazz.
Lei si sedette e ascoltò, pronta a lasciarsi incantare da quelle note che già l’avevano folgorata, facendole decidere di trasferirsi a New York per seguire più da vicino i musicisti e camminare insieme a loro, nella vita e verso i Club. Aiutandoli, all’occorrenza, come fece con Charlie Parker: il quale stava male ma non voleva recarsi in ospedale e dunque morì sul suo divano, in una camera dell’Hotel Stanhope, procurandole non pochi guai che però Nica affrontò con coraggio.
E quella non fu una sera qualunque. Arrivò con la pianista Mary Lou Williams, si sedette e ascoltò. Sphere aveva una gran voglia di suonare per i parigini, che però era pubblico avvezzo a quelle sonorità sghembe e dunque non sapeva che pensare di quell’omone vagamente brillo e vestito in modo buffo, che con l’estensione della propria mano poteva abbracciare un’ottava e sembrava voler restituire al piano la propria funzione percussiva. Ma arrivò ‘Round Midnight’ in un soffio: la sala interruppe la vita, e scelse di volare.
E per Nica, sopraffatta e abbacinata, fu per sempre.
Al suo fianco camminò per anni, in senso figurato ma anche fisico, sfidando la segregazione razziale e ignorando insulti e sputi delle persone bianche che incontravano. Nica lo accolse con la moglie Nellie e la famiglia nella sua casa, e anzi per lui creò Cat House……
Ma questa è un’altra storia, ed è tempo di Anniversari: così ne parleremo ancora a lungo, sempre su queste pagine.
Lorenza Cattadori