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art. 34-bis, Internet come diritto sociale

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C'è chi dice che in Italia non si fa nulla per cambiare le cose, ma forse non tutti sanno che c'è un gruppo di giovani che un tentativo lo sta facendo. Si tratta di Cultura Democratica, un Think Tank - un gruppo appunto - di giovani laureati, che ha composto e presentato al Senato l'art...

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C’è chi dice che in Italia non si fa nulla per cambiare le cose, ma forse non tutti sanno che c’è un gruppo di giovani che un tentativo lo sta facendo.

Si tratta di Cultura Democratica, un Think Tank – un gruppo appunto – di giovani laureati, che ha composto e presentato al Senato l’articolo 34-bis, sull’accesso ad internet come diritto sociale.

Per saperne di più abbiamo parlato con Guido d’Ippolito, uno dei giovani componenti di Cultura Democratica.

D. Guido, innanzi tutto, da dove nasce l’idea di presentare questa proposta?
R. Originariamente la proposta nasce dagli studi condotti per una tesi di laurea in giurisprudenza. Dopo la tesi, l’idea di un diritto di accesso ad Internet come diritto sociale è stata candidata all’iniziativa La tua idea per l’Italia di Cultura Democratica. Si è quindi creato un gruppo di giovani che hanno approfondito gli studi in materia di accesso ad Internet e, dopo incontri con esperti, tecnici e professori universitari, hanno redatto l’articolo 34-bis Cost.
L’articolo completo è stato poi presentato al Senato della Repubblica dove il Senatore Campanella, che ora collabora con noi, l’ha depositata e trasformata quindi ufficialmente nel disegno di legge costituzionale n. 1561/2014.

D. In sintesi: in cosa consiste questo Articolo 34-bis?
R. L’art. 34-bis fa dell’accesso ad Internet un diritto sociale, al pari del diritto all’istruzione e alla salute per esempio. Questo vuol dire che chiunque ha diritto di accedere ad alta velocità ad Internet da qualunque parte d’Italia e quindi è l’obbligo per lo Stato di realizzare le infrastrutture di connessione alla Rete in modo tale da coprire tutta l’Italia con la banda ultralarga. L’acceso ad Internet è quindi una precondizione all’esercizio on line di tutti i diritti nonché il presupposto di tutte le riforme digitali. Si può quindi anche dire che è il diritto di tutti di partecipare alla vita della società sfruttando le nuove possibilità di interazione sociale del Web.

D. Quali vantaggi porterebbe il diritto di accesso ad internet al nostro paese?
R. I vantaggi sono innumerevoli. Volendo essere sintetici però possiamo riassumerli in tre categorie:
– Espansione e tutela di tutti i diritti, non solo della libertà di espressione ma anche dell’iniziativa economica privata, della salute, dell’istruzione e così via che sarebbero quindi messi al sicuro da eventuali ingerenze sia dello Stato sia di altri soggetti economicamente più potenti come le multinazionali che lucrano sui nostri dati personali;
– Rimozione di discriminazioni e disuguaglianze sociali (sopratutto digital divide e analfabetismo informatico), dando a tutti la possibilità di accedere ad Internet, anche a chi ha scarse disponibilità economiche o disabilità fisiche, in modo che tutti siano posti sullo stesso piano. L’accesso ad Internet riequilibrerebbe le ricchezze spostandole da chi ne ha troppe a chi ne ha poche.
– Infine ci farebbe uscire dalla crisi economica perché creerebbe nuovi posti di lavoro e occupazione per i nostri laureati in diverse materie, aumenterebbe il PIL italiano, incentiverebbe l’impresa tradizionale e innovativa (start up), il commercio, aumenterebbe i servizi, produrrebbe ricavi nell’ordine di miliardi all’anno, attirerebbe capitali e investitori stranieri, permetterebbe quindi di sviluppare il sistema paese.

D. La vostra proposta è stata presentata in Senato, diventando ufficialmente un atto della Repubblica. Qual è il prossimo passo?
R. La nostra non è più una semplice proposta. E’ un disegno di legge costituzionale che deve essere votato dal Parlamento italiano secondo la procedura dell’art. 138 Cost. Attualmente il ddl. cost. è presso la Prima Commissione Affari Costituzionali del Senato dove ne è stato richiesto l’inizio della discussione. Dopo di ché si passerà a due successive votazioni: due al senato e due alla Camera.
Purtroppo i tempi di queste procedure sono lunghi ma nel frattempo abbiamo la possibilità di informare meglio tutti i cittadini su questa proposta. Cerchiamo di spargere la voce il più possibile perché la proposta avrà effetti benefici sulla vita di tutti per cui riteniamo giusto che tutti lo sappiano. Inoltre speriamo che altre persone si uniscano a noi e ci aiutino a fare pressioni sui nostri rappresentanti in Parlamento affinché approvino la proposta. Invitiamo quindi tutti a seguirci e interagire con noi sui nostri social, sulla pagina Facebook “Art 34bis diritto di accesso ad Internet“, sull’account Twitter @art34bis o consultare il nostro sito Internet www.art34bis.it.

Il diritto di accesso ad internet come diritto sociale sta diventando una realtà grazie a questi giovani; questa è la prova concreta che tutti possiamo fare qualcosa per cambiare il futuro del nostro paese.
Per domande, approfondimenti o per supportare i ragazzi di Cultura Democratica e il loro progetto non esitate a contattarli tramite i loro social network.