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28 aprile 1503: La battaglia di Cerignola

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Il secolare conflitto che vedeva scontrarsi angioini ed aragonesi per il controllo dell’Italia meridionale sembrava essersi risolto con la stipula in segreto del Trattato di Grenada nel 1500; il Regno di Napoli veniva diviso in quattro province equamente spartite, Campania e Abruzzo ai francesi, P...

Battaglia di CerignolaIl secolare conflitto che vedeva scontrarsi angioini ed aragonesi per il controllo dell’Italia meridionale sembrava essersi risolto con la stipula in segreto del Trattato di Grenada nel 1500; il Regno di Napoli veniva diviso in quattro province equamente spartite, Campania e Abruzzo ai francesi, Puglia e Calabria agli spagnoli. Non si erano considerate però due nuove provincie istituite sotto il regno di Alfonso I d’Aragona, la Basilicata e la Capitanata, e fu proprio quest’ultima a diventare il pomo della discorsa. Oltre ad avere tra le più fertili terre del sud era, grazie alla Dogana delle pecore, posta nella città di Lucera, che regolava la transumanza dall’Abruzzo e il diritto al pascolo, una rilevante fonte di entrate per l’erario. Per i francesi era da accomunarsi all’Abruzzo per l’economia pastorizia, gli spagnoli d’altro canto la vedevano come parte integrante della Puglia. Ben presto questo disaccordo sfociò in guerra aperta, di nuovo. L’esercito francese, guidato dal duca D’Armagnac invase la Puglia, conquistando Canosa e Cerignola e ponendo sotto assedio Barletta (durante il quale si svolgerà la celebre Disfida). A guidare l’esercito spagnolo c’era però l’astuto capitano Gonzalo da Cordoba, che dopo aver liberato dall’assedio Barletta, si diresse alla volta di Cerignola, occupata da una guarnigione francese, con i suoi 6000 uomini, a cui si aggiunsero poi i 2000 lanzichenecchi comandati da Hans von Ravenstein. Saputo della cosa, D’Armagnac partì da Canosa, sua base operativa, con 32.000 uomini per annientare l’esercito spagnolo. Sui terrapieni davanti Cerignola però, la sapiente disposizione dei pezzi d’artiglieria e degli archibugieri da parte di Prospero Colonna, secondo in comando di Gonzalo, ebbe la meglio sulla schiacciante superiorità numerica francese. Dopo un breve scontro, in cui perse la vita lo stesso D’Armagnac, l’esercito francese fu in rotta, perdendo di fatto la Puglia. Dopo questa battaglia il dominio spagnolo sul meridione, confermato nella successiva battaglia di Garigliano, fu sancito definitivamente.