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2 marzo 1974: Le ultime esecuzioni con la garrota

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Per avere un deterrente che disincentivasse le azioni di quei rivoluzionari che in piena Restaurazione stavano creando disordini in tutta Europa, il re di Spagna Ferdinando VII introdusse nel 1822 l’uso della garrota per le esecuzioni dei prigionieri, uno strumento che dava una morte più lenta e ...

Per avere un deterrente che disincentivasse le azioni di quei rivoluzionari che in piena Restaurazione stavano creando disordini in tutta Europa, il re di Spagna Ferdinando VII introdusse nel 1822 l’uso della garrota per le esecuzioni dei prigionieri, uno strumento che dava una morte più lenta e dolorosa rispetto alla tradizionale forca e quindi molto più “educativa” per futuri criminali. Era composta da un palo su cui era inserito un seggiolino per far sedere il condannato, a questi poi veniva chiuso il collo in un cerchio di ferro attaccato al palo, stringendo sempre più la manovella a vite che chiudeva il cerchio si otteneva lo strangolamento del giustiziato. Un supplizio che poteva superare anche i 20 minuti. Le ultime persone a subire la morte per garrota furono il criminale tedesco Georg Michael Welzel, colpevole di aver rubato un fucile con cui poi uccise una guardia civile; e l’anarchico catalano Salvador Puig Antich, appartenente al MIL, Movimento Iberico di Liberazione, che lottava contro la dittatura franchista. Mesi dopo Francisco Franco morì, e con lui il suo regime; nella nuova costituzione nazionale la pena di morte venne abolita e la garrota divenne solo la testimonianza di un terribile passato.